sabato 29 gennaio 2011

iPad nei licei. Ma è di lui che abbiamo bisogno?

Gli sviluppi della tecnologia portano con sè opportunità ma anche dubbi. Uno dei quali si inizia a dibattere è l'uso dell'iPad nelle scuole. E' notizia recente che negli USA saranno introdotti in un liceo e i più entusiasti parlano già di rivoluzione nei metodi di apprendimento. Quali possono essere i punti a favore e a sfavore nell'introdurre questo device (o suoi simili) nell'istruzione pubblica? Cerchiamo di capirci qualcosa.

Il primo punto riguarda le potenzialità dell'iPad. Sicuramente enormi, con oltre 140mila applicazioni disponibili e touch screen ad alta risoluzione. Ma per lavorare e studiare? Anche qui la situazione è abbastanza interessante, vi sono App come QuickOffice che permettono di aprire, creare e editare documenti compatibili con Windows, ma anche un utilissimo Pdf. reader. C'è anche il microfono integrato, per registrare le lezioni e altre App per creare e visualizzare presentazioni. Da questo punto di vista, l'iPad non è poi così lontano da un normale netbook, ma con una batteria molto più lunga. 

Il secondo punto, più critico, è il costo. Premesso che non sarebbe possibile avere tutti i programmi scolastici in versione e-book, è difficile pensare che possa sostituire completamente zaino e cartella. Quindi, sarebbe una spesa aggiuntiva per le famiglie, molte delle quali difficilmente accetterebbero di tirar fuori 499 euro per un iPad, che sono molti di più del tetto di spesa annuale dei testi (circa 300 euro). Se fosse la scuola a fornirli, ipotizzando 300 studenti iscritti, la spesa si aggirerebbe intorno ai 150 mila euro! Nel liceo USA, la soluzione è stata trovata concedendo un leasing ai ragazzi meno abbienti, che possono noleggiarlo 20 dollari al mese. Sarebbe una cifra accettabile, solo se i libri di testo venissero sostituiti del tutto, appunto. Un altro progetto pilota arriva da Bergamo: qui si propone il comodato d'uso ai ragazzi. Soluzione interessante, ma la spesa iniziale per l'istituto sarebbe comunque piuttosto alta.

Un altro punto (last but not the least), è la necessità di avere una rete wi-fi all'interno degli edifici scolastici. E qui, le reticenze non sono tanto di natura economica, quanto "psicologica". C'è ancora, infatti, l'infondato timore relativo alla salute dei ragazzi esposti alle reti wireless. Qui ci sarebbe da fare tutto un'altro discorso, che magari rimandiamo ad un'altro post. E' probabile che un'apertura (culturale) in tal senso possa avvenire nel 2011, dato che, dopo la liberalizzazione del wi-fi, la stampa sta iniziando a creare un clima di consenso, e il "bisogno" di digitalizzarsi supererà i timori reverenziali.

Detto ciò, sarebbe necessario innanzitutto un intervento governativo che destini risorse per l'acquisto di iPad nelle scuole e (non meno importante) per la formazione dei docenti (piu che dei ragazzi) sulle potenzialità educative di questo nuovo strumento.

E' interessante che Apple fornisca condizioni vantaggiose per acquisti a tali scopi. In realtà, il colosso californiano punta molto su questo aspetto, tanto che l'iPad viene proposto proprio come "dispositivo per rivoluzionare il panorama didattico". Le app didattiche sono pensate sia per gli studenti che per organizzare le lezioni dei docenti. Rimane però aperta la questione degli e-book, che coinvolgerebbe anche i numerosi editori di testi scolastici: la lotta sui margini potrebbe far alzare ancor di più il costo totale per avere tutti i libri in un iPad.

Insomma, questo tipo di tecnologia non ha ancora un livello di adozione tale da poter essere usato su larga scala, sia a livello di prodotto che di infrastrutture. Sicuramente, alcuni progetti pilota possono farne intuire le potenzialità, dove però il grande attore non è tanto l'iPad (o chi per lui), ma è l'uso di Internet e degli strumenti interattivi di lavoro: i social network, i motori di ricerca, modi nuovi di condividere, di fare teamwork e ricerche, di inventare, di creare. E' questa la vera rivoluzione che va diffusa, e non c'è il bisogno di investimenti macroscopici.

In un post precedente avevo parlato della mancanza di interesse e attenzione nei ragazzi, che non sono abbastanza stimolati alla partecipazione nelle lezioni. L'istruzione nell'uso ottimale e costruttivo della rete può davvero portare a un tipo di didattica nuova, che faccia esprimere la creatività, la fantasia e il talento dei ragazzi, oltre a dotarli di competenze che saranno utili all'università o nel mondo del lavoro. Ma per questo non è necessario avere un iPad a testa. Non a caso la Apple conta di venderne 45 milioni nel 2011. Ma è difficile che saranno le scuole a garantire un mercato così vasto.

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