martedì 4 gennaio 2011

Il futuro per l'Italia: attivismo 2.0 e democrazia diretta

Un indagine apparsa qualche giorno fa su Repubblica.it mostra come le nuove generazioni siano molto attive nella partecipazione socio-politica e come sembra essersi risvegliato quell'interesse nella "vita pubblica" che negli ultimi anni si era decisamente sopito. 

Ma come si compone lo scenario degli "impegnati" italiani? Innanzitutto, secondo un rapporto Istat 2009 vi sono ancora 4 milioni di italiani che non si informano mai di politica, per disinteresse e per sfiducia nelle istituzioni. C'è, poi, un importante segmento di popolazione che risulta essere partecipe invisibile: non fanno attività di sostegno alla politica, ma si informano e ne dibattono costantemente con altre persone. Tra questi, per molti la TV continua ad essere il mezzo principale di contatto con le questioni di attualità, e da qui si può comprendere il disinteresse e la sfiducia. Talk-show come Annozero e Ballarò, che di base avrebbero contenuti interessanti, si tramutano costantemente in baracconi, con insulti e battibecchi di scarso interesse per gli spettatori.

C'è una parte crescente, invece, che si sta facendo strada nel web: è la generazione emergente attiva, quel segmento che l'indagine di Repubblica chiama "Cives". L'accesso a maggiore e migliore informazione rispetto alla TV generalista, la pluralità di opinioni, la possibilità di far sentire la propria voce e condividere le proprie idee, sono gli elementi sui quali si fonda il nuovo movimento di giovani interessati alla politica e con a cuore il destino dell'Italia. La combinazione tra la scarsa fiducia nei media tradizionali, la familiarità con gli strumenti 2.0 e, soprattutto, l'insofferenza nei confronti dello stallo politico del nostro paese (che sembra dare sempre poche aspettative alle nuove generazioni) sta facendo riemergere ampi gruppi di ragazzi attivi, che nascono on line e spesso si mobilitano nella realtà. Esempi principali sono il Popolo Viola e i "grillini", nati come movimenti in rete e sfociati in manifestazioni in piazza e in micro entità politiche.

Questa situazione in divenire è senz'altro positiva, segno che il disinteresse e il qualunquismo politico non rappresentano il futuro, e che le nuove generazioni hanno il desiderio di mobilitarsi per destino sociale ed economico dell'Italia. La speranza è che, però, queste nuove forme di attivismo giovanile crescano in modo pacifico e non violento, maturo e non radicale, culturale e non politico\strumentale, impegnato costruttivamente e non "distruttivamente".

Sarebbe bello poter creare in Italia uno spazio di confronto stile OpenDemocracy, dove studenti ed esperti collaborino sinergicamente per il Paese, con una visione condivisa e responsabile. La stessa piattaforma potrebbe essere la base di raccolta di tutte le iniziative di democrazia diretta, che sembra l'unica via per risolvere le vicende italiane, dato che il blocco politico cronico sembra destinato a perdurare per molto.

Citando da Wikipedia:
la democrazia diretta è la forma di democrazia nella quale i cittadini non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti, ma sono anche legislatori con il diritto di proporre e votare direttamente le leggi attraverso diversi istituti di consultazione popolare e diverse forme di partecipazione popolare.
 Segnalo alcuni movimenti di direct democracy già attivi:

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